Riserva Naturale dell’Insugherata

Caratteristiche

Riserva Naturale dell’Insugherata

La Riserva Naturale dell’Insugherata, estesa per oltre 750 ettari, rappresenta un importante elemento ecologico di collegamento tra le aree protette più centrali della città (Pineto e Monte Mario), il Parco di Veio, a nord-est, e le aree agricole di Casal del Marmo, ad ovest. Da un punto di vista morfologico e idrogeologico l’area è caratterizzata da tre valli, con i rispettivi fossi (Monte Arsiccio, Insugherata e Rimessola), che la percorrono trasversalmente in tutta la sua larghezza per confluire nella valle (e rispettivo fosso) dell’Acqua Traversa. Lungo la Via Cassia e la Via Trionfale, dove sono gli accessi principali, si allineano numerosi resti archeologici, tra cui ville e sepolcri romani. Il principale è la cosiddetta Tomba di Nerone, che ha dato il nome alla zona. Si tratta in realtà del sarcofago marmoreo di Publio Vibio Mariano, procuratore della Sardegna, e di sua moglie Regina Maxima, risalente alla seconda metà del secolo III: eretto su un alto basamento, è decorato da grifi alati e da figure di dioscuri ai lati dell’epigrafe. La riserva inoltre è attraversata per tutta la sua lunghezza dalla Via Francigena, l’antico itinerario della fede dei pellegrini che per secoli l’hanno percorso dall’Inghilterra e dall’Europa centrale fino alla Basilica San Pietro.

La caratteristica predominante della Riserva è la grande varietà degli ambienti, apprezzabile anche scrutando dai punti più elevati le diverse sfumature di verde che compongono il mosaico ambientale. Al mutare dell’esposizione si possono osservare leccete e cerrete, lembi di sughereta e zone a macchia mediterranea. E la vegetazione boschiva più significativa della riserva è forse proprio la sughereta, che non a caso è all’origine del nome dell’area protetta, anche se secoli di azione antropica hanno in realtà fortemente ridotto l’estensione attuale di tale formazione. Attualmente occupa i versanti più assolati, dove alla quercia da sughero si associano cisto rosso, cisto femmina, mirto, smilace ed erica arborea, i cui rami, legati in fascina, un tempo venivano utilizzati per fare le scope; allo strato arboreo partecipano anche roverelle e ornielli, mentre tipiche presenze della macchia mediterranea, quali corbezzoli, filliree, lentischi e alaterni, compongono il sottobosco. Le aree di fondovalle sono ricche di vegetazione legata agli ambienti palustri, mentre lungo i fossi si è sviluppata una caratteristica vegetazione ripariale che comprende salici, pioppi, ontani e cannucce di palude con un notevole contorno di equiseti e felci nelle zone più ombreggiate. Va notato, infine, che la vegetazione della riserva presenta anche tratti propri di climi più freschi come testimoniato dalla presenza di specie quali il carpino bianco, il castagno, l’acero campestre, l’agrifoglio e il pungitopo, caratterizzato dalle vistose bacche invernali, rotonde e di color rosso scarlatto. Nella riserva abbondano anche numerose specie di orchidee selvatiche, quali l’orchidea farfalla, l’orchidea piramidale, l’orchidea italiana, l’orchidea maggiore e la serapide maggiore.

Questo paesaggio vegetale assai articolato offre rifugio a una fauna sorprendente, che annovera specie insolite come il tasso, l’istrice, il moscardino, il mustiolo, il granchio di fiume e addirittura la localizzata salamandrina dagli occhiali, piccolo anfibio dalla caratteristica macchia chiara tra gli occhi, con una distribuzione essenzialmente appenninica, la cui circoscritta popolazione che si riproduce nei corsi d’acqua più interni e limpidi della riserva è l’unica rinvenuta a Roma.

Oltre alle specie già citate va evidenziata in particolare l’abbondanza e la varietà dell’avifauna. Tra le specie presenti vi sono colonie di gruccioni dal piumaggio variopinto, diversi rapaci notturni, tra cui la civetta, l’allocco, l’assiolo e il sempre più raro barbagianni, il pendolino, il picchio rosso maggiore e, durante i mesi primaverili, l’upupa, dalla colorazione inconfondibile a bande bianche e nere su ali e coda. Ma poi anche il martin pescatore, il torcicollo e il picchio verde, l’averla piccola, il gheppio, il nibbio bruno e, di comparsa recente, il falco pecchiaiolo. Anche l’entomofauna è molto varia. Si segnala la presenza di numerose specie di farfalle (limoncella, macaone, podalirio, vanessa del cardo, maniola comune) e di libellule, del cervo volante, dello scarabeo rinoceronte, della mantide e del cerambice della quercia, dalle lunghe e nodose antenne, specie vulnerabile e d’interesse comunitario.

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Riserva Naturale dell’Insugherata

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