Ente RomaNatura
Museo di Casal de’ Pazzi (o Deposito Pleistocenico)
Alla congiunzione di via Ciciliano con via Galbani sorge la costruzione del Museo di Casal de’ Pazzi, uno dei pochissimi esistenti a Roma fuori del centro storico, edificato intorno ad un’area di grande valore archeologico, paleontologico e geologico. Il Museo sorge sul luogo di ritrovamento di un deposito del Pleistocene medio (700.000 – 120.000 anni fa) conservatosi intatto, mentre tutto il territorio circostante ha subito profondi cambiamenti dovuti sia ad eventi naturali che, più recentemente, all’intervento umano. Un breve tratto dell’antico corso dell’Aniene, colmatosi poi con sabbie e ghiaie, ha preservato numerosi resti di fauna, flora, strumenti di pietra scheggiata dall’uomo e un frammento di cranio umano. Gli studi effettuati sul deposito geologico, sui reperti litici e sull’insieme faunistico rappresentato, hanno permesso di inquadrare l’evento in una fase calda del Pleistocene medio databile a circa 200.000 anni fa. Tra i numerosi resti di animali risaltano le grandi zanne di elefanti antichi, che popolarono la Penisola a partire da circa un milione di anni fa, ed inoltre resti di rinoceronti, ippopotami, buoi primigeni, cavalli, iene, lupi. Infine, a testimonianza della presenza umana, vennero rinvenuti circa 1500 strumenti di selce scheggiata ed uno dei rari resti umani riferibili a quest’epoca: un frammento di cranio pre-neandertaliano.
La scoperta del sito è avvenuta nel 1981 all’avvio dei lavori per la costruzione di via Galbani, ed in sei anni di scavi, a cura della Soprintendenza Archeologica di Roma (oggi Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma), il deposito è stato interamente investigato. Circa un terzo di esso è stato preservato, permettendo oggi l’osservazione di un antichissimo frammento di paesaggio antico che giaceva subito sotto il terreno coltivato. La costruzione e l’allestimento del Museo, che vengono curati dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, hanno richiesto tempo e fondi nel corso degli anni, e sono ora in via di completamento. Si stanno svolgendo infatti i lavori di allestimento che prevedono vari approfondimenti dei temi proposti dal giacimento: vetrine, pannelli didattici, prodotti multimediali con ricostruzione dei paesaggi pleistocenici, riproposizione dal vivo delle flore antiche. La fine dei lavori è prevista nel 2010. Anche se il Museo non è ancora ufficialmente aperto al pubblico, ha già ospitato molte occasioni di divulgazione in collaborazione col V Municipio e con le associazioni e le scuole del territorio, anche avvalendosi della collaborazione di studenti della Facoltà di Lettere dell’Università di Roma “La Sapienza”, che vi hanno svolto tirocini formativi. Tra le numerose iniziative ricordiamo quella dell’Archeobus e “La Scuola adotta un monumento”, con l’adozione del Museo da parte dell’ I.C. “Palombini” che ora si fregia di un bellissimo murale che rappresenta un paesaggio con elefanti antichi.
Alessandra Reggi (tratto da Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di RomaNatura)